I problemi cardiaci e le malattie dell’apparato cardiocircolatorio sono davvero un grosso problema nel nostro paese. Basti pensare che l’attacco cardiaco è tuttora tra le prime cause di morte, andando a rappresentare da solo circa il 60% dei decessi totali.
È un problema questo da ascrivere a varie cause: innanzitutto ci sono le abitudini di vita sbagliate, la sedentarietà e le diete ipergrasse, lo stress, ecc. Ma ai numeri così preoccupanti concorrono anche la poca attenzione che si dedica ad un organo così importante come il cuore.
Questo va infatti preservato il più possibile e una delle chiavi è la prevenzione. Prendersi cura del proprio cuore ancor prima che questo si ammali o dia dei segni di cedimento è fondamentale per avere una vita sana e lunga.
Anche intervenire precocemente in caso di attacco cardiaco è un fattore importantissimo che, è stato dimostrato, aiuta a diminuire la percentuale della probabilità di morte anche oltre il 50%. Ciò diventa ancora più importante se si considera che la maggior parte degli arresti cardiaci avviene lontano dagli ospedali.
Proprio per permettere ai soccorritori di intervenire il prima possibile in caso di eventi nefasti come questi, inserire i defibrillatori semiautomatici in alcuni contesti, come quelli lavorativi o sportivi, può fare la differenza. Non è un caso infatti che dal 202, una legge rende questi apparecchi obbligatori su determinati luoghi di lavoro.
Per l’acquisto è possibile rivolgersi a rivenditori autorizzati come My Aed Shop, che sul sito www.myaedshop.com offre non solo kit completi ma anche accessori e ricambi per chi possiede già un defibrillatore.
Per tenere il proprio cuore sotto controllo ed evitare brutte sorprese però si può anche agire con la prevenzione e soprattutto svolgendo controlli periodici presso strutture mediche ma anche attraverso degli autocontrolli. Scopriamo come effettuarli e quali sono i segnali di allarme a cui prestare attenzione.
Contents
Non sottovalutare mai i segnali d’allarme
È davvero molto raro che un problema cardiaco si manifesti all’improvviso, senza nessun preavviso o segnale precedente. Accede invece piuttosto spesso che questi segnali vengano misconosciuti o ignorati, o perché non li si riconosce o per paura di scoprire qualcosa di indesiderato.
Ci sono dei piccoli dettagli che possono essere fondamentali nella cura del proprio cuore e apparato circolatorio. Ad esempio, anche un cuore perfettamente sano può andare in sofferenza se ci si ritrova in riserva di elettroliti, come avviene di solito dopo una sudata in cui si perdono sostanze fondamentali come il potassio.
Anche essere anemici o avere una qualche forma di ipertiroidismo possono portare il cuore ad affaticarsi e soffrire. Se si sente uno sfarfallio nel petto oppure il cuore battere nella gola quando ci si ritrova semplicemente sdraiati sul letto o sul divano e non si stanno facendo sforzi né tantomeno si è tesi o nervosi, allora probabilmente c’è qualche problema alla tiroide e conviene consultare un medico.
Se si notano dei cambiamenti nelle prestazioni fisiche bisogna anche in questo caso farsi delle domande. Ad esempio, se uno sforzo di media entità come salire le scale un tempo non causava nessun problema e adesso invece vi porta ad avere il fiato corto, è meglio consultare il proprio medico per capire cosa è cambiato e cosa c’è che non va.
Sintomi dell’infarto
Chiariamo innanzitutto un punto importante: infarto e arresto cardiaco non sono la stessa cosa. L’infarto può essere invece una causa dell’arresto cardiaco, e quindi per prevenirlo è importante anche saper riconoscere i sintomi che lo precedono.
Ad esempio, gli uomini avvertono di solito il tipico dolore al torace, che inizia dietro lo sterno e ha un carattere oppressivo. Tende a irradiarsi alle braccia, alle spalle, alla nuca e alla mandibola. Le donne invece tendono ad avvertire l’irradiazione del dolore fino al dorso, tanto da scambiarlo per un mal di schiena.
Può manifestarsi anche con dolore allo stomaco fino all’ombelico, con nausea, sudorazione fredda o capogiri, svenimenti o forte stanchezza. Se c’è anche mancanza di fiato o si fa fatica a respirare anche da sdraiati, allora è chiaro che ci si trova in una situazione di emergenza e vanno chiamati i soccorsi.
Misurare i battiti può essere d’aiuto
Un metodo molto semplice per controllare la salute del proprio cuore è misurare i battiti al polso. Lo si può fare al mattino appena alzati, dopo che si è rimasti seduti a rilassarsi per alcuni minuti. Se si possiede un pulsossimetro come quelli diffusi durante la pandemia da covid-19, basta semplicemente utilizzarlo su un polpastrello e sullo schermo appariranno i battiti.
Se invece non lo si possiede, basta semplicemente appoggiare i polpastrelli di indice, medio e anulare sul polso della mano opposta in corrispondenza della base del pollice.
Si prende poi un orologio, si fa una piccola pressione e si contano i battiti in un minuto, oppure in 15 secondi moltiplicando poi il risultato per 4. Per ottenere un controllo approfondito, si possono segnare i valori ottenuti ogni giorno per un mese. Se i battiti si mantengono al di sotto dei 70 la situazione è sotto controllo.
Se invece il cuore accelera troppo ci si può rivolgere ad un esperto, che probabilmente consiglierà al paziente di fare dei controlli e di fronteggiare il problema con dell’esercizio aerobico, come ad esempio le passeggiate, la bicicletta o la corsa, per 3 volte a settimana almeno.