La malattia emorroidaria è quel disturbo che comunemente viene chiamato emorroidi.
Questo termine viene spesso usato in maniera impropria in quanto le emorroidi sono delle strutture vascolari presenti in tutti i canali anali anche delle persone sane.
In certi casi questi vasi si possono gonfiare ed infiammare dando luogo così tutti quei disturbi propri della malattia emorroidaria.
L’operazione chirurgica delle emorroidi viene presa in considerazione, normalmente, dopo il fallimento dei vari trattamenti conservativi consigliati dal medico curante, i quali possono consistere in un cambiamento delle proprie abitudini alimentari, nell’aumento dei liquidi e delle fibre assunte e nell’assunzione di specifici farmaci.
Nel trattamento delle emorroidi infiammate è sempre consigliato evitare di trascorrere molto tempo seduti e di effettuare sforzi eccessivi quando si defeca. A volte possono essere eseguiti dei trattamenti ambulatoriali come la legatura con elastico.
Nel caso in cui questi trattamenti meno invasivi non portano a nessun buon risultato, allora potrebbero essere necessario l’intervento chirurgico per togliere le emorroidi.
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Intervento per prolasso rettale con la tecnica PPH (metodo longo)
L’emorroidectomia o mucoprolassectomia è una tecnica proposta da Longo nel 1995.
Si basa sulla nozione che la malattia emorroidaria deriva dall’uscita dei cuscinetti emorroidari a causa di un prolasso rettale.
L’obbiettivo di questa tecnica non è sostanzialmente diverso da quello che si vuole raggiungere con il trattamento delle legatura con elastico. Con l’emorroidectomia, spesso utilizzata nei casi di terzo e quarto grado che possono essere ridotti, si va ad asportare maggior tessuto.
Questa operazione prevede l’utilizzo di una suturatrice meccanica, si confeziona una borsa di tabacco con distanza variabile dai 4 ai 6 cm dalla linea dentata, comprendente la mucosa e la sottomucosa. La suturatrice viene inserita e la borsa di tabacco suturata. A questo punto l’incudine viene approssimata al corpo e una lama circolare va a tagliare una parte di tessuto mucoso vicino ai gavoccioli emorroidari. Allo stesso tempo, il problema nella mucosa viene suturato dall’inserimento di agraphes.
Pro e contro del metodo longo
Alcuni studi hanno analizzato come l’emorroidectomia con suturatrice meccanica comportava una convalescenza più rapida e un minor dolore postoperatorio rispetto all’emorroidectomia tradizionale. Tuttavia, una recente revisione comprendenti 628 pazienti con follow-up superiore a un anno ha dimostrato che non vi sono differenze significative tra l’emorroidectomia con suturatrice e l’emorroidectomia tradizionale in termini di dolore nel contempo ha valutato un tasso di recidive a lungo termine più elevato per l’emorroidectomia con suturatrice.
La possibilità di avere delle complicanze nei due interventi è molto simile in quanto si ha un 20,2% per l’emorroidectomia con saturatrice e un 25,2% per l’intervento chirurgico tradizionale, l’emorroidectomia con il metodo longo comporta problematiche distintive e a volte gravi.
Il dolore che risulta essere lieve nel postoperatorio, potrebbe essere molto più forte per l’insorgere di una trombosi acuta del tessuto emorroidario residuo. Un’altra possibile spiegazione del dolore potrebbe essere il posizionamento errato della borsa di tabacco, con inclusione di parte delle fibre e delle terminazioni nervose della parete rettale.
Il sanguinamemto arterioso che potrebbe avvenire a seguito dell’eliminazione delle agraphes può essere corretto con punti emostatici. Se avviene quando il paziente è fuori dalla sala operatoria, e se non si riesce a capirne l’origine è necessaria una revisione sotto anestesia.
Un limite dell’emorroidectomia con suturatrice meccanica è l’impossibilità di poter curare altre malattie concomitanti senza aver informato precedentemente il paziente di questi ulteriori interventi.
Convalescenza dopo l’intervento alle emorroidi con il metodo longo
La convalescenza dopo l’emorroidectomia con saturatrice meccanica non risulta essere molto dolorosa a differenza di altri tipi di trattamenti.
L’operazione viene normalmente eseguita in giornata con un’anestesia che può anche essere regionale (locale), quindi si può tornare a casa il giorno stesso.
Il tempo di recupero risulta essere breve con un veloce ritorno alle azioni quotidiane. Tuttavia nei giorni successivi all’operazione si potrebbe avvertire un fastidio durante la defecazione con qualche perdita ematica.
Si possono comunque prendere dei farmaci per alleviare il dolore. L’esercizio fisico può essere fatto iniziando con piccoli esercizi e arrivando nel giro di qualche settimana a praticare la normale attività, così come il sesso e le attività lavorative. Da evitare per qualche mese è invece il sesso anale in quanto potrebbe comportare delle lacerazioni al partner.